Libri geek chic: il nuovo romanzo di Sara Lorenzini

L’ho letto tutto d’un fiato sul mio iPad, in aereo, e la storia mi ha preso così tanto che ho dimenticato di essere sospesa a chilometri di altezza da terra, io che odio volare e sto in ansia dal decollo all’atterraggio. Ne parlo su questo blog perché potremmo definirlo il primo libro italiano consapevolmente geek chic.

Il diavolo veste Zara, firmato da Sara Lorenzini con lo pseudonimo di Mia Valenti (protagonista del romanzo), riprende volutamente il titolo del famoso romanzo di Lauren Weisberger, poi diventato un film con Anne Hathaway e Meryl Streep come protagoniste. Mia è una ragazza che rispetta quasi tutte le 10 regole del decalogo della geek chic: sceglie e non compra (veste Zara), si veste elegante (ma non ama truccarsi), pianifica e gestisce (grazie al suo fedele iPhone). E soprattutto, Mia, alla fine di un percorso di evoluzione in cui ci riconosceremo in molte, scopre di essere una donna che esige e non transige.

Non è un caso che Sara Lorenzini abbia scelto proprio questo titolo per il suo romanzo rosa, al suo terzo titolo con Mondadori. Molte sono le analogie tra Mia e Andy (protagonista di Il Diavolo veste Prada): entrambe lavorano nel magico e impietoso mondo della moda, come giornalista Andy, come assistente di una famosa stilista Mia, entrambe devono subire le mille perfidie di cape troppo ingombranti e centrate sul proprio successo, entrambe faticano per trovare il proprio destino e una giusta conciliazione tra soddisfazione professionale e personale.

La differenza principale, che fa prendere cammini molto diversi alle protagoniste dei due romanzi, è la realtà dove vivono. Perché l’Italia del 2014 è molto diversa dagli Stati Uniti di 10 anni fa e una ragazza appassionata di moda e tecnologia come Mia Valenti deve fare i conti ogni giorno con “un Paese come il nostro, dove i dinosauri non si sono mai estinti e la meritocrazia è cosa rara”. Ma Mia non demorde, “come tutti del resto, a Precariland”. Ed è la sua determinazione, insieme al supporto della sua famiglia di origini siciliane, che alla fine le daranno l’occasione di emergere nella bella Firenze, “dove i turisti non si fermano mai, nemmeno di notte”.

Della prosa di Sara Lorenzini, mi ha colpito la brillante capacità di creare immagini fresche e poetiche: preziosissima la descrizione delle mani della nonna sarta, con “le unghie corte e piatte, le dita sottili e la pelle chiarissima, che lasciava intravedere le vene bluastre. Sembravano fragili, come facili a spezzarsi. E invece erano fortissime, tagliavano le tele più pesanti, spostavano rotoli di tessuti e premevano cucendo a mano persino il cuoio e le pelli”. Magicamente simbolica l’immagine del vestito rosso, fluttuante nella notte fiorentina che conduce Mia verso l’amore, o quella della torta profumata di miele, mele e cannella, che terrà compagnia all’innamorata protagonista fino a quando il suo artefice scomparso non sarà ritornato.

Ma Sara Lorenzini sa anche come dipingere la giovane Italia contemporanea: con una leggerezza divertente ma realistica, a tratti impietosa, che non so perché mi ha ricordato qualche scena del film “Tutta la vita davanti“. Tuttavia la sua è una commedia, non una tragicommedia, e Mia Valenti non è ingenua, è sveglia: a un certo punto aprirà gli occhi e si andrà a prendere quello che le appartiene, senza rinunciare a niente. Anche grazie al mondo della tecnologia di cui è così appassionata e che la differenzia dal dinosauro Veronique, il suo terribile capo, incapace di ammettere quanto è vecchia e che rappresenta dei valori che non appartengono più a questo mondo dove tutto, anche la moda, “è condiviso, è social” e per questo “non può essere espressione unica di chi lo disegna, ma deve porre la persona al centro della creazione”.

La tecnologia e la moda sono strettamente intrecciate nella vita di Mia Valenti, che ha un iPhone 4S, un fidanzato virtuale in formato tamagotchi (ma non preoccupatevi, prima o poi si vedrà tradito da uno in carne e ossa) e usa WhatsApp, Facebook e app come Stylebook, di cui vi ho parlato qualche tempo fa. Ed è per questo che Il diavolo veste Zara fa breccia nei cuori teneri di noi geek chic, perché anche noi come Mia crediamo che non si possa vivere senza uno smartphone e che c’è “un’app per ogni cosa e questo ci rassicura”.

Riusciremo un giorno a scalzare (magari a colpi di email e chiamate su Skype come fa Mia) i dinosauri dal posto su cui si sono arroccati per prenderci quello che ci spetta di diritto? Sto sfiorando lo spoiler e mi fermo qui, se volete sapere come andrà a finire la storia di Mia Valenti, vi consiglio di leggere il libro! Lo trovate anche in formato iBook su iTunes Store e in formato Kindle su Amazon.

Buona lettura! 🙂

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